L'arte di non piacere
Pubblicato il 7 nov 2025
Tempo fa dicevo che odiavo essere capito.
Sono successe tante cose da allora.
Forse anche troppe.
Colpa anche di questo blog (maledetti).
Sono evoluto.
Come cerco sempre di fare.
Ai tempi provavo frustrazione nel non essere capito.
Dicevo di odiare essere capito perché, in realtà, volevo esserlo.
A chi non piace essere capito?!
Però capito senza essere inscatolato.
Odio essere inscatolato.
Qualcuno, in questi mesi, ci ha provato a capirmi.
Grazie al blog, grazie a voi, grazie alla mia apertura sempre più grande.
Ho abbracciato la paura dell’aprirmi.
Ho abbracciato la paura di provare a farmi capire.
Ho abbracciato e lottato con la paura del non essere capito da tutti.
Perché è naturale.
Non piacciamo a tutti.
E non possiamo pretendere il contrario.
Vorrebbe dire che siamo insipidi.
Senza identità.
Senza personalità.
E lì è un bel guaio.
Diventi vittima di predatori tuoi simili.
E sinceramente, eviterei.
Il punto è che dobbiamo far pace con questo.
Mi piaci? Bene.
Se non mi piaci, ciao.
Ti piaccio? Se sì, ottimo.
Se no, ciao.
L’unico sforzo che faccio è quello di aprirmi all’altro.
Solo a chi mi piace, ovviamente.
E se dovesse rifiutarmi…
Amen.
Passo al prossimo.
Più passa il tempo e più non mi interessa piacere a tutti i costi.
È inutile forzare.
Le cose accadono se devono accadere.
Se non succedono, vorrà dire che era destino. (Destino)
Anche perché succede che, se cominci a piacere a tutti, a un certo punto ti guardi allo specchio e ti rendi conto:
“Che piaci a tutti, ma che non ti ama nessuno.”
cit. Bojack Horseman
Ed è anche peggio di rimanere soli.
Perché si è illusi.
Ed è una sensazione comune in chi non si comporta per quello che è.
Sempre con il costante bisogno di approvazione.
Sempre con la costante paura del rifiuto.
Più vengo rifiutato, più significa che mi sono aperto.
Cerco il rifiuto più dell’accettazione.
Perché un rifiuto è semplicemente una persona a cui non piacciamo.
E quindi?
Devo svilirmi, o peggio ancora diventare ciò che vuole?
Nemmeno morto.
Siamo quello che siamo.
Non siamo perfetti.
Ma a qualcuno piaceremo.
Qualcuno ci capirà.
Prima o poi.
(Me lo auguro)
E quindi ben venga il non essere capiti.
Ben venga il non essere piaciuti.
Io non cambierò quello che sono.
Comincio a tendere agli enta, non posso adattarmi ad ogni contenitore.
Abbiate un po’ di amor proprio per voi stessi.
Non state con qualcuno solo perché non sapete stare soli.
Poi il conto vi arriva, e sarà ben salato.
Ma a buon intenditor, poche parole.
Riempite voi stessi.
Fate qualcosa che vi fa stare bene.
Che vi faccia sentire realizzati.
State solo con chi volete.
Imparate a lasciare andare chi non vi vuole.
Non prendetevela sul personale.
Semplicemente, ognuno di noi ha preferenze, gusti o magari si trova nel momento sbagliato al tempo sbagliato.
Preoccupatevi solo di ciò che potete controllare.
Preoccupatevi di curarvi di voi stessi.
Di essere persone interessanti.
Di saper stare al mondo.
E poi apritevi con chi volete.
E se non vi capisce…
È stato un piacere.
Alla fine non serve essere capiti da tutti.
Serve solo non tradire se stessi.
E quando smetti di farlo, le persone giuste restano.
Tutte le altre se ne vanno.
Ed è giusto così.
A presto.
A.L.
P.S.
È un processo lungo, complesso.
E fa parte di questo percorso anche questo fantastico (e super apprezzato ;) ) blog.
Una persona alla ricerca di approvazione avrebbe messo una foto allo specchio e via…