Destino
Pubblicato il 20 ago 2025
Sto per compiere 22 anni.
E forse l’ultimo insegnamento che avrei voluto capire a fondo prima di arrivarci è:
“Le cose accadono se devono accadere.”
Il punto è che, in questa frase terribile senza ritorno, io ci vedo una marea di fallacie.
Nella mia vita mi sono sempre scontrato con questo concetto: il destino.
Ma che cazzo è il destino?
La prima cosa che uno fa, quando non sa qualcosa, è cercarne la definizione.
(O chiederlo a ChatGPT, ma questo è un altro discorso…)
Definizione di destino:
“Il destino è l’insieme degli eventi ritenuti inevitabili e già stabiliti che segnano la vita di una persona o di una collettività, concepiti come frutto di una forza superiore, di una legge naturale o di una catena di cause necessarie, al di là della volontà individuale.”
Già qui mi verrebbe da dire:
okay, ma stabiliti da chi?
E su questa domanda l’uomo si scervella da millenni.
Ognuno ha dato la sua risposta.
Io non credo a un Dio con la barba e i capelli lunghi.
Però forse un principio ordinatore esiste.
Un ammasso di atomi, qualcosa di impercettibile che in qualche modo, a me sconosciuto, influenza la natura e l’intera esistenza.
Per quanto io sia un uomo di scienza, razionale fino all’osso, ci sono troppe cose che non mi spiego nella nostra esistenza.
Potrebbe essere tutto frutto del caso. Una funzione random infinita che, ogni tanto, fa scattare qualcosa. Come il Big Bang.
Ma tornando coi piedi per terra…
Il punto è: okay, forse qualcosa sopra le nostre teste esiste.
Ma decide pure quello che ci accade?
Siamo davvero esseri inermi rispetto al destino?
Ecco la contraddizione.
Se non mi alzo la mattina, se non studio, se non scrivo a quella ragazza che tanto mi piace…
non accade nulla.
Per quanto il mio destino possa essere:
un multimilionario laureato con una splendida moglie ;)
…se non agisco, non vedrò mai nulla di tutto ciò.
Ci sono cose che possiamo controllare.
Lo sforzo.
L’impegno.
La dedizione.
E poi, forse, entra in gioco il destino.
Il destino è una brutta bestia.
Ti impegni, dai tutto te stesso…
E poi arriva qualcuno a dirti:
“No bello, non adesso.”
Oppure:
“Mi dispiace, non è il tuo destino.”
La domanda che adesso ti starà salendo è:
Ma il destino agisce per il nostro bene?
E qui si apre un festival di fallacie.
Innanzitutto:
chi stabilisce cosa è bene per me?
Un tizio con la barba?
Qualcuno, se esiste lassù, dovrebbe almeno interpellarci su cosa vogliamo dalla vita.
E soprattutto su cosa sia il nostro bene.
Il punto è che…
non lo sappiamo nemmeno noi.
Non sappiamo cosa ci accadrà.
Chi diventeremo.
E quanto testa di cazzo diventerò (più di così, la vedo dura… però).
E allora forse sì, questo ammasso di atomi ha una visione più ampia.
Una prospettiva che a noi sfugge.
Essendo un giovane speranzoso, non posso non credere che alla fine le cose si sistemino per tutti.
E forse questo destino, a volte brutale, fa di tutto per massimizzare la nostra felicità a lungo termine.
Ma di certo non possiamo abbandonarci a lui.
Dobbiamo lottare.
Spesso mi è capitato di incontrare il destino.
Per quanto uno si impegni, c’è sempre un fattore incognito che gioca a favore o contro.
E per quanto puoi provare a spaccare il muro a pugni… sempre muro rimane.
E forse, l’unica strada è cambiare muro, sperando sia di cartongesso.
E forse proprio lì il destino voleva farti arrivare.
Dobbiamo agire. Sempre.
Il destino è un imbuto. Se continui a versare, prima o poi il vino finisce nella bottiglia giusta.
Ma se nemmeno provi a versarlo… il destino non potrà farci nulla.
Se esso dovesse esistere.
E se tutto fosse solo casualità… a maggior ragione.
Ma quindi: le cose accadono, se devono accadere?
Ragionando insieme: probabilmente sì.
Però noi dobbiamo metterci del nostro.
E poi, se qualcuno avrà deciso che quella è la nostra felicità… ottimo.
Se così non dovesse essere…
vorrà dire che non era per noi.
E che da qualche parte ci aspetta il muro adatto a noi.
(Ci tengo a precisare che non voglio prendere a pugni nessuno, ma la metafora del cartongesso è molto esplicativa.)
Ammetto che, a volte, questa frase tanto fatalista mi ha dato degli alibi.
È facile credere che il destino governi le nostre vite.
È facile credere di essere inermi.
Perché ti fa non agire.
Tanto, se le cose devono accadere, accadranno, no?
Ecco, quello che ho capito in 22 anni è che no.
Non è minimamente così.
Non accade nulla.
E questa attesa ti logora.
Ti fa credere che il destino ti stia solo facendo aspettare per qualche ragione misteriosa.
La realtà?
È che il destino entra in moto solo se agiamo.
Se ci apriamo.
Se ci proviamo con tutte le nostre forze.
E se poi non dovesse accadere…
forse non doveva accadere.
Forse era destino.
“Le cose accadono se devono accadere… ma solo a chi ci prova davvero.”
A presto.
A.L.