Perché il blog?

Pubblicato il 19 lug 2025


Quando ho aperto il blog, la prima domanda che mi sono posto è stata:

ho fatto tutto questo casino nel crearlo,

ma perché lo sto facendo?

Ero semplicemente annoiato? Volevo rimettere mano a un po’ di codice? Oppure sotto c’era qualcosa di più profondo?

Più che altro, essendo una persona che si chiede i perché di tutto (come ben sapete), ritenevo opportuno che, prima ancora che una persona aprisse un singolo post, sapesse il motivo per cui lo stessi facendo.

E così ho fatto: creai subito, prima ancora di iniziare a scrivere il primo post, la navbar (termine cool per dire barra degli indirizzi) con “chi sono” e “perché il blog”.

Il punto è che ormai è passato qualche mese. Volato, tra l’altro.

Ma il “perché il blog” è rimasto lo stesso?

Sicuramente no.

L’appetito vien mangiando, come si dice, e scrivendo ho trovato risposte nuove alla fatidica domanda: Ma perché il blog?

Ti sento in trepidazione. Non vedevi l’ora.

Scoprire perché quel matto ha creato il blog e non un blog. (egomane del c.)

Lo capisco.


Veniamo a noi.

Il blog nasce da un’esigenza profonda, ovviamente non percepita in modo lucido all’inizio: quella di dire qualcosa, di urlare i miei pensieri.

Non perché nella vita io sia uno che non si espone, anzi…

Però avere la possibilità di avere un proprio spazio, in cui chi vuole può leggere cosa esce dalla mia strana mente, mi ha sempre affascinato.

Quindi il blog nasce da un bisogno autentico: l’essere ascoltato.

Ed è stato proprio quel bisogno iniziale che ho soddisfatto.

Mi sono sentito ascoltato.

Da persone che, tra l’altro, nemmeno immaginavo.

Poi però… scrivere e aprirsi ti fa scavare dentro te stesso, e ho scoperto che non solo volevo essere ascoltato, ma in fondo volevo essere capito.

Ma come? mi fa schifo essere capito!

E invece.

Questa cosa ha creato una voragine dentro di me.

La mia tesi e antitesi hanno lottato duramente fino ad arrivare alla sintesi.

(non avrei mai creduto di citare Hegel nella mia vita dopo il liceo)

La sintesi è:

io odio essere capito, ma in fondo voglio essere capito.

Colpo di scena.

O perlomeno… provare ad esserlo.

Sono sempre convinto che, una volta capito, sono finito.

Come mi disse qualcuno:

“Tu vuoi essere capito, ma non catalogato.”

Arguta.

Il blog nasce per essere ascoltato.

E per farmi capire.

Per dire al “mondo” (per rimanere umili…):

Io sono Andrea Lenzi e la penso così.

Io sono Andrea Lenzi e questa è la mia identità.

Può piacerti, può farti schifo, puoi non capirla, ma sono questo.

Questa è la motivazione profonda al “Perché il blog?“.

Tutto il resto è sempre valido:

far riflettere le persone, stimolare una critica in loro stessi e nel mondo, dare prospettive diverse, far comprendere che è importante ascoltarsi senza pretese di capire.

Però, alla fine di tutto,

è partito da un bisogno:

esprimermi a 360 gradi.

(facciamo di meno, che vuoi sapere davvero tutto?)


L’ho soddisfatto?

Sì.

Mi hanno capito?

Alcuni sì, altri no, altri lo faranno, altri non lo hanno nemmeno aperto.

Io mi sono capito?

Mai abbastanza.

E continuo a perdermi, per poi ritrovarmi.

Ed il blog mi aiuta nel ritrovare la strada.

Si chiama lenzi.blog non perché gli altri domini costassero uno sfracello.

No.

Perché è il blog.

Il mio blog.


Grazie di provare a capirmi.

Anche se molto spesso non ci riuscite.

Non ci riesco nemmeno io, effettivamente…


A presto,

A.L.


P.S.

Aggiornerò il “perché il blog” sulla navbar, quando mi andrà.

Lo so che aspetti con ansia.

Calmati.

Arrivederci.

Lenzi © 2025